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La forte espansione economica avvenuta agli inizi degli anni 60 su base nazionale non ebbe, nel Bellunese ed in particolare nel Longaronese, l'impulso che ci si aspettava, e questo per via delle caratteristiche geografiche ed ambientali determinate dalla lontananza dalle grandi arterie di commercio e dal sistema viario stesso. Il reddito pro-capite era medio-basso, anche se buona parte della popolazione emigrata comportava un afflusso maggiore di moneta, consumata ed investita in provincia. Le aziende principali che costituivano la base di quel processo di industrializzazione e che rappresentavano la speranza di un futuro migliore furono completamente distrutte, e con loro la possibilità di dare lavoro ad oltre 600 persone, come si desume dalla relativa tabella:
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Azienda |
Posti di lavoro |
Filatura Vajont |
156 |
Cartiera di Verona |
93 |
M.E.C. Marmi |
66 |
I.L.O.M. |
120 |
Procond |
100 |
Segherie Protti |
20 |
Varie altre industrie |
50 |
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Una dei primi obiettivi previsti nella ricostruzione fu quello di riportare le attività industriali perlomeno ai livelli precedenti. Nei primi anni dopo la tragedia una legislazione speciale per il Vajont (chiamata "Legge Vajont") comportò un processo di espansione nel settore industriale che verso la fine degli anni settanta, a consolidamento avvenuto, lasciò il posto ad una maggiore capacità imprenditoriale dovuta a gestioni autonome, senza cioè finanziamenti esterni che ne favorissero l'avviamento. Lo sviluppo industriale non toccò solo l'area di Longarone ma si estese un po' in tutta la provincia. Furono redatti dei piani di intervento che interessarono varie zone: accanto al Longaronese comparvero aree come l'Alpago, Sedico e Feltre. |
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Vennero quindi installati insediamenti produttivi di diverse dimensioni, con il supporto di imprenditoria pubblica e privata; quest'ultima ebbe altresì il merito di occuparsi di un riequilibrio territoriale, e quindi svolse anche una importante funzione sociale. Le favorevoli condizioni di occupazione favorirono il rientro di emigranti, soprattutto gelatieri. Il dato più evidente è che gli addetti all'industria passano, nel |
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comprensorio del Vajont, da 79 del 1961 a 139 nel 1971 ogni 1000 abitanti, con un incremento del 76%. Tale flusso tenderà ancora verso un rialzo portando, alla fine del 1981, questo valore a 161/1000 (incremento del 16%). Dal punto di vista distributivo, le zone industriali nel territorio longaronese attualmente sono tre:
Villanova: un'area estesa diventata un importante riferimento economico della provincia. Essa ha veramente assunto un aspetto imponente: oltre una trentina di medie-grandi aziende, con la presenza significativa dei maggiori gruppi ottici (Safilo, Marcolin, Dierre, ......)
Fortogna: in località San Martino, vicino al cimitero delle Vittime del Vajont, si estende la zona industriale con la presenza di importanti stabilimenti.
Codissago: sulla sponda sinistra del Piave ove operano due stabilimenti, entrambi nel settore del legno |
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